Lady Oscar e la Rivoluzione tra sogno e incubo.
 Riflessioni a margine, la Storia è ancora Oggi.


Io amo la Rivoluzione Francese. 

Amo quei suoi primi, incandescenti anni, quando tutto sembrava possibile, quando la luce della Ragione pareva destinata a brillare per tutti, donne comprese. È il periodo in cui la volontà popolare, per la prima volta, appare capace di soverchiare la consuetudine, il pretesto del diritto divino e l'obsoleta visione dei tre ordini. Credo che abbia tracciato pagine fondamentali della storia europea, cullando i cuori di innumerevoli sognatori e sognatrici. 

Oscar François de Jarjayes, nata nell'opulenza, ma con uno spirito ribelle e una profonda etica, è la nostra guida in questo tumulto. 

La vediamo lottare con la sua coscienza, mettere in discussione il suo ruolo e, con André al suo fianco, abbracciare progressivamente quegli ideali di uguaglianza e giustizia che la spingeranno a scegliere da che parte stare. Pensiamo ai suoi dialoghi, alla sua crescente consapevolezza delle condizioni del popolo, ai suoi sguardi carichi di speranza verso un futuro diverso.

Sete di libertà. Voglia di essere considerati esseri umani, non etichette di questo o quel ceto. Un desiderio ardente di illuminare la società con ideali nuovi e splendidi, che nulla avevano a che fare con il privilegio.

 La storia di Oscar è intrinsecamente legata a questo turbine di eventi, ed è proprio attraverso i suoi occhi che possiamo cogliere le sfumature più intense di quel tempo.

Ma, ahimè, come fin troppo spesso accade, il sogno porta con sé il germe della tragedia. 

Un uomo che Oscar conobbe infiammò gli animi. Era Robespierre. Abbagliato da un sogno, bagnò la lama della giustizia nel sangue. Lo stato d'assedio, il terrore di veder tutto sfumare, inghiottito ancora una volta dal passato, lo portarono a decisioni estreme, discutibili, atroci. 

Fu giusto? Sbagliato? Eccessivo? La Storia ancora si interroga. 

Oscar e André non conobbero la complessità della Prima Repubblica, né gli orrori del Terrore giacobino.  Il loro sacrificio si consuma proprio nel cuore pulsante di quei giorni, tra il 13 e il 14 luglio 1789. André muore il 13, Oscar il 14, mentre la folla in fermento assalta la Bastiglia. 

Muoiono mentre la Rivoluzione è ancora nella sua fase più idealistica e disperata, una scintilla di speranza che si accende al costo della loro vita.

 La loro morte è l'emblema di quel "sogno che porta al sacrificio", di quel fervore iniziale che chiedeva tutto. 

La disillusione che noi proviamo, vedendo gli ideali puri corrompersi in seguito, è proiettata dalla conoscenza del futuro, ma per loro fu un atto di fede assoluta. La Rivoluzione, da promessa di liberazione, divenne un ciclo di violenza e potere in epoche successive, un monito su quanto sia fragile l'equilibrio tra la nobile causa e la sua degenerazione. L'uomo del destino si fece carnefice per poi essere sostituito da fantozziane forme di governo che finirono per spalancare la strada al furente Bonaparte.

Eppure, c'è una lezione universale che si può cogliere da tutto questo. Perché il caso della Rivoluzione, di Robespierre, del Direttorio e di Napoleone, è un paradigma umano che, in nomi e forme diverse, tende a ripetersi. 

È l'eterno contrasto, già tracciato da Manzoni, tra i prepotenti e gli umili, dove i primi sembrano però sempre sostenuti da una qualche Provvidenza, come se alla fine Dio stesse sempre dalla parte dei più forti...

Lady Oscar, in questo, è un faro. Nata tra i "prepotenti" per lignaggio, ma con un cuore che batteva per gli "umili", ha compiuto la scelta più difficile, quella di tradire il proprio ceto per un ideale più grande. La sua non è stata una battaglia facile, e l'ha pagata a caro prezzo con il sacrificio della sua stessa vita, ma il suo gesto ci sussurra ancora oggi che le cose si possono cambiare, le rotte si possono tracciare, i blocchi navali infrangere, i popoli liberare.

Il mondo è sempre in fiamme. Come a Parigi nel luglio del 1789. Forse può non sembrare, forse non sentiamo il fumo bruciarsi gli occhi e graffiare la gola ma, se davvero vogliamo vedere la realtà che ci circonda, troveremo una guerra dietro l'altra, un complotto dietro l'altro. Le dimensioni certo cambiano, ma non c'è decennio della nostra storia che non sia annerito dal fumo acre e denso del fuoco della guerra, dal puzzo dei morti, dalla paura della violenza. Anche oggi, ottobre 2025, è così. La Francia del 1789 è il nostro metro di confronto perché non sono i secoli a decidere la distanza, ma la presenza dell'iniquità, del sopruso, della violenza.

Per questo la Rivoluzione è sempre attiva. Cambia nome, paese, secolo. Può essere Resistenza, la fine dell'Apartheid, la lotta al genocidio, i diritti delle Donne, la parità di genere, ma è sempre Rivoluzione. Battaglie che conosciamo bene, perché alcune le viviamo sulla pelle ogni giorno, o perché le abbiamo conosciute e vissute attraverso lo sguardo di Oscar e André. I loro occhi, fissi sugli ideali di libertà e giustizia, eppure consapevoli del prezzo altissimo da pagare, ci ricordano che il coraggio di lottare, di schierarsi, di sacrificarsi per un mondo migliore, è un fuoco che non si spegne mai.

La Storia non è un capitolo chiuso nei libri. La Storia è oggi. Siamo noi, con le nostre scelte, le nostre passioni e la nostra sete di giustizia, a scriverla ogni giorno. Ed è per questo che Lady Oscar, la sua lotta e le sue riflessioni sulla Rivoluzione, continuano a risuonare così fortemente nelle nostre anime. Ci ispira, ci sprona. Perchè ciascuno ha la sua "Bastiglia" da espugnare.

E voi, cosa ne pensate? Quanto la figura di Lady Oscar, con le sue scelte e i suoi sacrifici, ci parla ancora oggi di libertà, giustizia e della forza di "fare la differenza"? Credete che la Storia sia davvero "oggi"? Condividete i vostri pensieri nei commenti!

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